Maxim Gorky - L'angoscia
L'angoscia
Maxim Gorky
Descrição
Avendo finito le sue preghiere, Tihon Pàvlovitsc si svestì lentamente, e, grattandosi la schiena, si avvicinò al letto chiuso interamente da cortinaggi di cotonina a fiorami.
– Dio ci tenga nella sua santa custodia! mormorò; poi sbadigliò con forza, si fece il segno della croce sulle labbra, scostò il cortinaggio e si fermò a guardare il grosso corpo di sua moglie, coperto dalle pieghe molli del lenzuolo.
Dopo aver esaminato con attenzione e minuziosamente quell'ammasso immobile di carni grasse, schiacciate dal sonno, Tihon Pàvlovitsc aggrottò fortemente i sopraccigli e disse sottovoce:
– Che corpaccio!
Poi si voltò verso la tavola, spense il lume e si rimise a brontolare:
– Ti avevo pur detto, bestiaccia, andiamo a dormire nel fienile; no, non ci è andata! Scostati dunque un poco, bestia!
E avendo lanciato a guisa di avvertimento un pugno nel fianco della moglie, le si coricò allato senza però coprirsi col lenzuolo, dandole per giunta una forte gomitata.
L'angoscia, Maxim Gorky
Maksim Gor'kij, pseudonimo di Aleksej Maksimovič Peškov, (Novgorod, 28 marzo 1868 – Mosca, 18 giugno 1936) è stato uno scrittore e drammaturgo russo. La lotta contro la miseria, l'ignoranza e la tirannia sono le costanti di tutta l'opera dello scrittore, che è considerato il padre del realismo socialista.
Traduzione di E.W. Foulques.