Ricerche storiche 3-2024 PDF
«In questo numero monografico di “Ricerche Storiche” sono affrontate le questioni salienti della ricerca sulla didattica della storia in Italia, con riferimento alle metodologie e agli strumenti per l’insegnamento e apprendimento della storia sull’intero percorso formativo: scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di I e II grado, università. È questa una novità, perché l’insegnamento della stor...

AA.VV. - Ricerche storiche 3-2024

Ricerche storiche 3-2024

Rivista quadrimestrale - anno LIV - settembre-dicembre 2024 "La didattica della storia. Ricerche, proposte, esperienze"

AA.VV., Francesco Senatore, Rolando Dondarini, Beatrice Borghi

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«In questo numero monografico di “Ricerche Storiche” sono affrontate le questioni salienti della ricerca sulla didattica della storia in Italia, con riferimento alle metodologie e agli strumenti per l’insegnamento e apprendimento della storia sull’intero percorso formativo: scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di I e II grado, università. È questa una novità, perché l’insegnamento della storia all’università è un campo di studio poco frequentato.Il fascicolo si presenta, dunque, come una sorta di manuale di didattica della storia e vorrebbe fare il punto su decenni di dibattiti e di sperimentazioni, formulando, se possibile, qualche proposta concreta che possa contribuire a rompere l’impasse in cui sembrano trovarsi sia la ricerca sia la pratica.L’opposizione fra didattica trasmissiva (lezione frontale, manuale, ecc.) e laboratorio, fra nozionismo e sviluppo delle competenze, che è all’origine della migliore ricerca sulla didattica della storia e delle esperienze più efficaci in Italia e altrove, è oggi un falso problema, non perché è stata superata – tutt’altro – ma piuttosto perché è diventata un mero idolo polemico.Da un lato, laboratorio e didattica per competenze sono da tempo obblighi normativi (benché talvolta più dichiarati in sede di programmazione che praticati in classe); dall’altro, il manuale resta il punto di riferimento più sicuro – ancora talvolta esclusivo – per i docenti della scuola e dell’università, mentre il livello delle competenze dei discenti, all’apparenza sempre più modesto alla fine di ogni ciclo, è in realtà assolutamente eterogeneo e frammentario e sempre più imprevedibile. Ciò perché la “cultura storica” media dei giovani si forma sempre meno nella scuola, ma in ambienti comunicativi e formativi “liquidi” come i social media e la fiction…»Beatrice Borghi, Rolando Dondarini, Francesco Senatore

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