Bruna Nizzola - Diverso d'amore
Diverso d'amore
Bruna Nizzola, Sauro Farnocchia
Descrizione
Questo è un libro che va diritto, che parla subito alla mente e al cuore del lettore, lo avvolge, lo coinvolge, lo fa meditare, lo costringe a confrontarsi con le sue consolidate certezze, coi suoi pregiudizi.
Ecco, questa è la prima constatazione da fare, ma c’è subito un’altra non meno significativa e importante: quella della scrittura “a quattro mani” realizzata magicamente grazie soprattutto alla maestria di un’autrice di grande spessore come Bruna Nizzola che ha saputo fissare sulla carta in maniera veridica, profonda, intensa le sofferenze, i palpiti di un cuore bisognoso di umana, partecipe comprensione e di totale accettazione del proprio autentico stato, della propria vera, genuina personalità.
E il miracolo della particolarissima malia che permea tutto questo appassionato e appassionante diario di un’anima e del suo grande amore, è avvenuto perché, al di là delle incontestabili capacità narrative, artistiche, di penetrazione nei più nascosti meandri dell’animo umano da parte di Bruna Nizzola, ella è riuscita ad attuare un mirabile transfert, a realizzare una perfetta, simbiotica sintonia percettiva, sentimentale, umana e quindi espressiva, grazie a un atto d’amore più che materno nei riguardi di Sauro Farnocchia che, da parte sua, ha saputo mettere a nudo se stesso tramite un’impietosa autoradiografia interiore, con disarmante sincerità, senza pudori nè ipocrisie o infingimenti.
Un libro privo di retorica che, sul filo di sentimenti puri, totalizzanti, profondamente sentiti perché scaturiti da un bisogno irrefrenabile del cuore, ci induce, come ho premesso, a rivedere le nostre consolidate certezze, il nostro tetragono mondo interiore, conducendoci per mano nell’intus di una creatura imprigionata in un corpo che non corrisponde affatto alla sua intima essenza, alla sua sensibilità, alla sua vera sessualità.
Un’opera dunque che rappresenta un intenso documento umano e, per certi versi poetico in cui Bruna Nizzola dispiega a piene mani la sua ben fornita tavolozza descrittiva e la dovizia del suo corredo lessicale, unitamente ad un’innata delicatezza interiore e ad un profondo arco di comprensione umana, seguendo, magari inconsapevolmente, l’invito di Sant’Agostino: “Ama e fa’ quello che vuoi perché amando non si può non fare bene quanto si sta facendo”.
Manrico Testi