Giuseppe Calligaris - Le Immagini dei Vivi e dei Morti richiamate dalle loro Opere
Le Immagini dei Vivi e dei Morti richiamate dalle loro Opere
Giuseppe Calligaris
Descrizione
In un capitolo su la Telegnomia, pubblicato nelle ultime pagine di un mio libro recente, il lettore troverà scritte queste parole: «L’uomo può, in alcune determinate condizioni, entrare in possesso di una facoltà speciale, supernormale, che gli permette di aver conoscenza a distanza di qualsiasi fatto che avvenga, di qualunque fenomeno che si manifesti, di qualsiasi cosa che si trovi alla superficie del suo pianeta o nelle sue profondità». Non si tratta di una mia, scoperta perché antica è la conoscenza di questo fatto, che viene da me confermato, forse non inutilmente, essendovi ancor oggi moltissimi pseudo-scienziati che non credono per nulla alla Metapsicologia perché sono ignoranti di Psicologia nonché di molte altre cose, perché non fanno esperimenti ma soltanto critiche, e sopratutto perché hanno un sacro terrore del «nuovo».
Il lettore troverà quasi in tutti i miei precedenti volumi inserito un breve capitolo nel quale io ritorno su questo argomento, ribadendo il concetto riguardante le facoltà super- o paranormali proprie degli esseri umani, la realtà dei fenomeni contemplati dalla Metapsichica, ecc.
Insisto a più riprese su questa questione, essendo del parere che prima di ammettere o di negare che, come io ho già dimostrato, si può per es. Vedere un essere umano, come una bestia o una cosa, al di là di una parete opaca; prima di credere o di non credere che si possono nello stesso modo vedere anche gli abitanti degli altri mondi perché lo spazio, come si sa, non ha valore in Metapsichica; prima di riconoscere o di non riconoscere che appoggiando una mano sopra la stampa di. Un’ode di Orazio si può vedere l’immagine del Poeta; prima cioè di rispondere a tutte queste domande speciali, è necessario considerare i fenomeni da un punto di vista più generale, affermando o negando che l’uomo sia, a sua insaputa, costituzionalmente dotato di una facoltà latente, che quando diviene patente noi chiamiamo super- o paranormale, facoltà mediante la quale egli si pone in grado di vedere, inabitualmente e meravigliosamente, l’invisibile, di udire l’inaudibile, di conoscere l’inconoscibile, ecc., o, per meglio dire, di aver d’un tratto nozione di tutto ciò che prima, con i suoi cinque sensi e con la relatività della sua scienza, egli credeva che fosse invisibile, inaudibile e inconoscibile.
Questa è la prima risposta che debbono dare i neofobi della Scienza, che se ne stanno pavidi e silenziosi, asserragliati nelle loro antiche Accademie.
Orbene, questa risposta può essere data indipendentemente dalle mie ricerche e dai miei esperimenti, ma soltanto sul fondamento di una letteratura enorme, già tramandata nei nostri annali, nonché delle esperienze serene, dei controlli severi e delle pubblicazioni di un grandissimo numero di osservatori, fra i quali sono da annoverare scienziati di fama mondiale, come William Crookes, Lombroso, Flammarion, Richet, [...]