Michele Lanna - Aree d'interdizione
Aree d'interdizione
No law zone e shadow space
Michele Lanna
Descrizione
Il presente lavoro intende riflettere sul rapporto tra meccanismi di potere eprocessi di esclusione, ponendo in evidenza i mutamenti intervenuti nella distribuzionespaziale della devianza. Nella prima parte si traccia la storia e losviluppo dei “trattamenti intramurari” delle devianze fino alla prima metàdel ‘900; nella seconda, invece, partendo dalle attuali modalità di gestione,s’ipotizza l’esistenza di un latente meccanismo, sociale e istituzionale, attraversoil quale la devianza e certe tipologie di criminalità (necessary crime) vengonoconfinate in particolari spazi, denominati “aree d’interdizione”. Ebbene,in questi luoghi, collocati all’interno della città (shadow space) o ai suoi margini(no law zone), vengono tollerate numerose condotte marcatamente devianti(come la prostituzione) o attività economiche apertamente criminali(come lo spaccio di sostanze stupefacenti), che per ragioni etiche o giuridiche,non possono essere negoziate alla luce del sole, ma delle quali, allo stessotempo, vi è una importante richiesta da parte della collettività. Tali aree, chenella narrazione pubblica e nell’immaginario collettivo vengono aspramentecontrastate, sono di fatto tollerate e rappresentano la parte nascosta dellacittà, la sua ombra rimossa e inconfessabile, con la finalità di garantire allacomunità la fallace sensazione d’integrità morale e rispetto delle regole.