Augusto De Angelis - Il do tragico
Il do tragico
Augusto De Angelis
Descrizione
L’ascensore si fermò con un sussulto, dopo aver rallentato. Dentro la scatola di metallo e di legno lucenti si ebbe un attimo di attesa.Il fattorino, efebico nella sua uniforme verde bottiglia a bottoni d’argento, sorrideva.Il commendatore aveva trattenuto il respiro e adesso ansava. Sempre le fermate a singhiozzo di quella macchina elettrica gli davano un colpo al cuore.Si ebbe un altro scatto e lentamente la porta esterna e quella della scatola cominciarono a scorrere silenziose.Era la liberazione. Il commendatore si lanciò fuori. I commessi balzarono in piedi e salutarono.Sul marmo levigato dell’anticamera monumentale e del corridoio interminabile, risuonarono i passi disordinati dell’omaccione.Forse superava il metro e ottanta di altezza ed era nel corpo armonico. Il che vuol dire che dava, subito a prima vista, l’impressione d’essere formidabile. Più che robusto, però, pesante.Il rumore dei passi si ripercosse sino in fondo al corridoio. L’ultima porta era la sua, di fronte.L’aprì, la richiuse, si trovò nel suo ufficio.Un ufficio di direttore centrale, di un lusso marmoreo e imponente.