Augusto De Angelis - L'impronta del gatto
L'impronta del gatto
Augusto De Angelis
Descrizione
La chiave girò nella serratura con un rumore di ferro grattato e il portone si aprì.La casa era vecchia e la serratura anche.L’uomo varcò la soglia e i suoi passi risonarono sotto l’androne. Dietro di lui, il portone batté.Appena nel cortile, dovette dare un calcio a un gatto, che gli era saettato fra i piedi.— Maledetti!La luce della lampada, sotto il porticato, lo illuminò, facendogli luccicare sullo sparato il brillante del bottone. Per quanto fosse un novembre freddissimo, portava la pelliccia aperta e andava senza cappello. I capelli castani erano ondulati e lucidi. Anch’essi alla luce brillavano.Quando fu sotto il secondo androne, per entrare nel terzo cortile, si fermò di colpo. Un leggero fischio gli uscì dalle labbra sottili, ornate di due baffetti a coda di topo.C’era un uomo disteso a terra, proprio a sbarrargli il passo.Non pensò neppure un istante che potesse trattarsi di un ubriaco, perché aveva veduto qualcosa di rosso che gli rigava il volto. L’uomo stava supino e il sangue gli era uscito da un foro nero, in mezzo alla fronte, e gli era colato fin sul petto.