Robert Hugh Benson - Lo specchio di Shalott
Lo specchio di Shalott
Robert Hugh Benson
Descrizione
Quarto figlio di Edward White Benson, arcivescovo di Canterbury, Robert Hugh Benson nacque a Wellinton College il 18 novembre 1871. Si laureò al Trinity College di Cambridge e nel 1894 ricevette l’ordinazione come diacono della Chiesa anglicana. All’età di trentuno anni Robert si convertì alla fede cattolica e nel 1904 venne ordinato sacerdote nella chiesa di San Silvestro a Roma. Alcuni anni dopo fece ritorno nella sua casa di campagna a Salford, dove iniziò un’intensa attività di predicazione in tutto il Regno Unito. Colpito da una crisi cardiaca, morì il 19 ottobre 1914.Genio ignorato della letteratura inglese, negletto persino alla cerchia cattolica alla quale si era convertito, Benson fa una breve apparizione nell’orizzonte della Chiesa come una meteora, alla stregua di una cometa che brilla nel cielo attirando lo sguardo dell’osservatore per poi uscire rapidamente dalla sua visuale. Questa raccolta di racconti, dal gusto soprannaturale, ascrivibile al genere weird e fantastico, pubblicata nel 1907 e tradotta per la prima volta nel nostro paese, ci presenta storie inspiegabili, permeate da un crescente senso di tensione e orrore, in un microcosmo dove forze incontrollabili e smisuratamente più potenti e più antiche dell’umanità sono in continua lotta tra loro. Accusate di velata propaganda cattolica, queste novelle furono narrate durante un simposio di sacerdoti che si incontravano ogni sera dopo cena, durante il quale ciascuno di essi narrava la propria esperienza con l’ultraterreno al fine di cercare il consenso dei partecipanti. Lontana eco di Montague Rhodes James, a distinguere i racconti dell’autore presbiteriano da quelli del maestro non è solo l’effetto di immediatezza, scevro da qualsiasi modello preparatorio, ma anche e soprattutto il fatto che il fantasma non si manifesti come spettro visibile bensì come un’atmosfera sinistra, un dubbio o un timore, in una sorta di risposta emotiva slegata dagli eventi che l’hanno ispirata e che ha preso vita da sola. La traduzione è di Anna Cascone.