Giordano Bruno - I Dialoghi Italiani
I Dialoghi Italiani
Giordano Bruno
Descrizione
Il filosofo nolano Giordano Bruno compose decine di opere lungo la sua travagliata vita, quasi tutte in latino, molte di esse andate perdute. Scrisse solamente sei dialoghi filosofici in lingua volgare. I primi tre trattano la tematica metafisico-cosmologica e sono: la Cena delle ceneri, il De infinito universio e mondi, il De la causa, principio e uno.* Nella Cena delle ceneri Bruno critica le tesi del teologo luterano Osiander il quale conferiva alla teoria copernicana un valore di pura ipotesi matematica che non rispecchiasse la vera struttura dell'universo. Bruno difese invece la verità fisica e cosmologica dell'eliocentrismo, cercando di mantenersi entro il campo filosofico e non toccando dunque il tema teologico.Tuttavia Bruno, più che sostituire la centralità dell'universo dalla Terra al Sole, cercava di eliminare proprio il concetto di centralità. Infatti egli concepiva l'universo come infinito, privo di distinzioni gerarchiche e, dunque, privo anche di un centro.* Nel De la causa, principio e uno, Bruno, offre la fondazione ontologica della sua cosmologia. Egli vuole affrontare la questione di quale sia la causa o il principio dell'universo, sempre parlando in termini filosofici e non toccando l'argomento della causa prima, cioè Dio.Per quanto riguarda la causa seconda, per Bruno essa è Dio, nel senso di natura della natura. Egli inizialmente individua due principi che stanno alla base dell'universo: l'anima del mondo, cioè la forma, e la materia universale. L'anima del mondo essendo ricettacolo di tutte le forme, dà vita a tutti corpi di cui è costituito l'universo.* Nel De infinito universo e mondi Bruno, sviluppando ulteriormente tematiche già iniziate nei due dialoghi precedenti, dimostra con vari argomenti l'infinità dell'universo, tema principale dell'opera. Non va dimenticato che in quei tempi l'universo era ritenuto di dimensioni finite, con la Terra al centro, gli altri pianeti e il Sole attorno a questa in un sistema di sfere l'una dentro l'altra, e le stelle fisse sulla superficie dell'ultima sfera: il sistema tolemaico, sistema ufficialmente ritenuto per vero dalla Chiesa. Il sistema copernicano era stato da poco proposto, ma anche questo, pur ponendo il Sole al centro, ipotizzava un universo di dimensioni finite. Il De l'infinito sancisce il punto definitivo di frattura del pensiero del filosofo nolano sia con la dottrina aristotelica sia col cristianesimo.