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Già autore del controverso Quanta bella monnezza “Storie di ordinaria dis-amministrazione dal mitico Nord-Est”, libro in cui svelava i retroscena di un business dei rifiuti sempre in bilico tra mondo della malavita e dei colletti bianchi, dove a fare da sfondo sono l’indifferenza e la rapacità, con Fottitutto! “Il sindacato raccontato da un insider” Salvatore Livorno, sindacalista “da marciapiede”...

Salvatore Livorno - Fottitutto

Fottitutto

Il SINDACATO RACCONTATO DA UN INSIDER

Salvatore Livorno

178
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Pubblicato da
StreetLib eBooks

Lingua
italiano
Formato
epub
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Descrizione

Già autore del controverso Quanta bella monnezza “Storie di ordinaria dis-amministrazione dal mitico Nord-Est”, libro in cui svelava i retroscena di un business dei rifiuti sempre in bilico tra mondo della malavita e dei colletti bianchi, dove a fare da sfondo sono l’indifferenza e la rapacità, con Fottitutto! “Il sindacato raccontato da un insider” Salvatore Livorno, sindacalista “da marciapiede” (secondo una sua stessa definizione) si spinge ancora oltre. Più che un libro, un diario di bordo, un racconto impietoso fatto da chi il sindacato lo conosce bene, nei suoi gangli più profondi, oscuri e imbarazzanti. Con Fottitutto!, Salvatore sancisce consapevolmente la fine del suo rapporto con un mondo in cui non si riconosce più. E lo fa senza rabbia, senza alcuna volontà di rivalsa o di squallida ripicca, ma con la dignità di chi sa che non tutto è perduto e che continuerà a battersi affinché le cose, presto o tardi, prendano un’altra direzione.
Il suo è un racconto senza fronzoli, costruito su dati verificati e verificabili, il tutto condito da un’esperienza umana e personale unica, che ha attraversato vent’anni della sua vita. Vent’anni passati dietro le quinte del mondo del lavoro, in seno a due tra i maggiori sindacati italiani – Cgil e Uil – dove in primo piano dovrebbe esserci la tutela di lavoratrici e lavoratori, ma dove a muoversi sono molto spesso ben altri meccanismi e interessi che, nel tempo, hanno modificato la natura nobile del sindacato in un carrozzone all’italiana dove a contare sono le poltrone, dove il diritto del lavoro va a braccetto con la politica, dove i tesseramenti raccontano una realtà squallida, dove le grandi adunate di un tempo si sono trasformate in costosissime farse, dove a rimetterci – paradossalmente – sono proprio quei lavoratori e quelle lavoratrici che il sindacato dovrebbe tutelare e proteggere.
Cene pantagrueliche, rimborsi truccati, smartphone di ultima generazione, automobili di grido, il tutto in barba ai principi che dovrebbero essere alla base dell’attività sindacale. E poi un’impietosa carrellata di personaggi, situazioni e aneddoti vissuti in prima persona con l’occhio attento del cronista, con il distacco di chi invece ha sempre cercato di fare il proprio mestiere con onestà e passione. Perché in Fottitutto c’è soprattutto questo: il rammarico per i tanti sindacalisti onesti che ogni giorno si battono al fianco dei propri assistiti, per quelle persone che al bagliore dei riflettori preferiscono la strada, la fabbrica, il centro di smaltimento, le centinaia di chilometri percorsi ogni giorno, le migliaia di ore di telefonate per strappare un accordo favorevole a un lavoratore in difficoltà. Tutti sforzi vanificati dalla cecità dei vertici, verso cui Salvatore Livorno, alla fine di questo viaggio tra i rottami del sindacato, lancia un appello al miglioramento, formulando proposte che non s’illude certo di veder accolte, ma che certamente contengono al loro interno tutto l’amore, la competenza, la sensibilità di cui solamente un “sindacalista da marciapiede” può essere capace.

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