Edoardo Calandra - La falce - Punizione - L'enigma
La falce - Punizione - L'enigma
Edoardo Calandra
Descrizione
Giuseppe si accostò in punta di piedi all’uscio che metteva nella stanza del padrone, e stette in ascolto.— Dorme — susurrò poi.— Dorme? — disse Rocco Fea, ritto in mezzo all’anticamera, col cappello tra le mani. — Pazienza, aspetterò.— Ve l’avevo detto — riprese il servitore. — Dopo mezzogiorno dorme sempre un paio d’ore.— Un paio d’ore? Oh povero me! Allora non potrò ripartire che a sera... Un paio d’ore! Come si fa?...— Zitto! Si muove, cammina... Sì, sì, cammina. Adesso posso picchiare. Ma in quella l’uscio si aprì.— Cosa c’è? — domandò Roberto Duc, affacciandosi appena.— C’è il suo fittaiuolo che vorrebbe parlarle — rispose Giuseppe. — Dice che ha fretta.— Fretta no! — esclamò Rocco. — Non ho mai detto questo!— Avanti! — interruppe Roberto, rientrando subito ed avanzandosi verso la sua scrivania.Rocco diede un’ultima pulita al cappello, una ultima occhiata agli scarponi inverosimilmente lucidi, e seguì il padrone.