Aurelio Varchetta - Il tema del doppio: tra letteratura e cinema tedeschi
Il tema del doppio: tra letteratura e cinema tedeschi
Aurelio Varchetta
Descrizione
La breve panoramica sull’argomento mostra che anche per il "Doppelgänger" esiste uno stretto rapporto tra cinema e letteratura nell'ambiente romantico-espressionista tedesco. Del resto il cinema, soprattutto agli albori, non può non avere un legame con la letteratura da cui attinge a piene mani, animato dal forte obiettivo di voler “stupire” cercando di spostare sul campo visivo i problemi, le paure, le angosce personali e collettive di un popolo “in movimento”. Il cinema crea quindi un nuovo linguaggio e traspone nel suo "mezzo" tutto il "sapere", nella speranza di superarne i limiti offrendo una nuova “visuale”, e perché no, anche un nuovo orizzonte dove si possono intravedere nuovi quesiti ma anche nuove risposte. In tal senso, il cinema tedesco, insieme a quello americano, francese, britannico e anche italiano, ha sicuramente dato un notevole contributo, dando volto a tante figure che ormai fanno parte dell'immaginario collettivo, tra cui, per l'appunto, l'idea del doppio, del "gemello cattivo" che, imperterrito, segue i nostri passi; quella fugace, quasi inconcepibile, visione nello specchio. L'uomo, privilegiando la sicurezza rispetto alle proprie pulsioni, è posto in conflitto tra io soggettivo e io collettivo e ne è "perturbato": talvolta può entrare in uno stato di nevrosi nella quale intravede la figura del doppio. Freud crea e scopre la psicoanalisi e codifica ufficialmente questa "smarrita nevrosi" come "Unheimliches". Il sentimento di "perturbante" è, negli anni del cinema espressionista tedesco, magistralmente interpretato nei capolavori cinematografici che ne risaltano la valenza di fenomeno sia individuale che di massa.